Carissimi,
spero che stiate tutti bene. Dovete sapere innanzitutto che sono sempre qui e inoltre che sono sempre celiaca (nonostante gli innumerevoli viaggi a Lourdes; non tutti hanno la fortuna di Claudia Koll).
Ah, già, e non vi ho ancora detto dove abito adesso, ormai da quasi due anni. E tra qualche mese devo trasferirmi in un altro estero ancora, stavolta ai confini del mondo. Non si riesce proprio a starmi dietro!
Ma date tempo al tempo.
Nel mentre vi racconto della mia recente visita a Praga, la mia ex residenza. Ci sono andata per tre motivi importanti.
Vi spiego il primo.
Dovete sapere che ho un amico che fa il paracadutista. Si sa che i criminali cercano complici e infatti lui da mesi cerca di convincermi a buttarmi dagli aerei anche io. Ohibò.
Gli ho detto: “Ma se io non mi butto neanche da tre metri, figuriamoci da tremila!”
E lui: “Da tre metri avrei paura anch’io.”
Per convincermi mi ha raccontato di quella volta che è precipitato nel cortile di un asilo, direttamente sopra un albero, distruggendolo completamente. Potete immaginare i bambini, accorsi tutti fuori con la maestra, e poi la sera a casa:
“Mamma, mamma! Oggi all’asilo, non ci crederai…”
La mamma: “Che cosa? Avete disegnato?”
“No, mamma, ascolta…”
“Mangia, da bravo, del disegno me ne parlerai domani.”
🙁
Siccome ancora non mi convinceva, il mio amico paracadutista mi ha raccontato di quando è precipitato sopra i fili dell’alta tensione e da quelli sulla ferrovia. Per fortuna il treno era in ritardo. 8-|
Alla fine mi ha detto: “Senti, non capisco come tu non ti voglia buttare dagli aerei, è lo sport più sicuro che esista! Solo 60 decessi su un milione di lanci!”
Io: “Mah.”
Lui: “Potresti comunque provare il paracadutismo indoor”.
Io: “Paracadutismo indoor? In che senso?”
Lui: “In pratica è un tunnel alto come un palazzo di due piani alla base del quale c’è la turbina di un aereo che produce un vento fortissimo verso l’alto. Questo vento ti tiene sospesa in aria.”
Io: “Ah”.
Lui: “Noi paracadutisti ci alleniamo così per la caduta libera. La sensazione nel tunnel è la stessa. Infatti quando ti butti dall’aereo, nei primi dieci secondi acceleri da 0 a 200 Km orari, ma poi la velocità è costante.”
Sembrava vantaggioso: avrei evitato i primi dieci secondi, per me sicuramente fatali, per non parlare della vertigine. Pazienza per il panorama, ci sono pur sempre le cartoline.
Risposi: “Va bene. Andiamo!”
E così eccomi nel tunnel della Skydive Arena di Praga. Divertente, ve lo consiglio! C’è stato solo un momento di panico, quando il vento mi stava portando via. Già mi vedevo sparire in cima al tunnel gridando di terrore, meno male che gli istruttori mi hanno riacciuffata.
Ma vedete voi stessi. Io sono quella con la tuta rossoblù e le scarpe rosa shocking:
Il secondo motivo per cui sono andata a Praga era rivedere Jesus Christ Superstar in ceco, in particolare il mio amatissimo Giuda. L’ho trovato in gran forma. 🙂
E il terzo motivo per cui sono andata a Praga? Probabilmente è quello che vi sta più a cuore…
Ve lo racconto nella prossima puntata.
La vostra,
Maria Paola
Finalmente hai ripreso in mano il tuo blog abbandonato!
Sai che anche io, Lorella e addirittura Saraceli andiamo matte per JCS? Sarà una cosa ereditaria, visto il precedente di zio Pasquale?
PS: la nostra canzone preferita è pure quella del troppo cielo in testa.
Ciao Tiziana,
povero blog. Non era abbandonato, diciamo in stand-by. 😉
Anche per me quella è la canzone preferita, la cavatina di Giuda in pratica. 😉 L’avevo pure linkata sul mio blog:
http://mariapaola.altervista.org/giuda/
Zio Pasquale era stato l’iniziatore assoluto credo, che aveva addirittura portato al cinema zia Grazia e zia Maria nel 1971 per vedere Ted Neeley, Carl Anderson e compagnia cantante. Non c’era Ian Gillan nel ruolo di Gesù e forse solo per quello le zie non sono diventate fan dei Deep Purple. 😉
Ciao,
Maria Paola
Bentornataaaa!!!!
Bello leggerti!
Grazie, cara Rosellina! 🙂