Nella perfida Albione

Carissimi,
recentemente sono stata nella perfida Albione a svolgere i miei affari (per niente loschi, vi dirò).

La cosa piú bella di quando vado in Inghilterra é che mi danno i soldi con raffigurata mia zia Maria.
Se questa non é mia zia Maria:
zia Maria

Ed eccola qui, ben vestita e pettinata, sulle banconote:
zia Maria sulle banconote

Bisogna che un giorno porti le banconote a mia zia per fargliele vedere, perché secondo me non ci crede.

Il viaggio tutto bene, ma un sacco di stress per organizzare il lavoro. In aereo da Madrid a Bristol ero giá abbastanza a pezzi. E all’arrivo in albergo avrei dovuto continuare a lavorare, anche se non ci sarei arrivata prima delle undici di notte.
Mi rincuoravo pensando che il volo era breve. “Dai” , pensavo, “solo un’ora e un quarto dalla Spagna all’Inghilterra. Sembra incredibile. Ah, gli aerei di oggi!”.
Ad un certo punto, quando stavamo per atterrare, ho pensato “Meglio che vada in bagno adesso, che poi durante l’atterraggio non si puó piú”.
Mentre aspettavo nel corridoio il mio turno per il bagno, ecco la voce del comandante:
“Qui é il comandante Pinco Pallo che vi parla. La velocitá é bla bla bla. La temperatura é etc. etc. Atterreremo a Bristol tra un’ora…”
“Come sarebbe a dire tra un’ora???” Oddio, ero talmente cotta che non avevo pensato al fuso orario! Ovviamente, con mio grande sconforto, il volo durava un’ora in piú.
A pezzi sia fisicamente che, ora, spiritualmente, sono tornata al mio posto e ho fatto conoscenza con lo spagnolo che era seduto a fianco a me. Per mia fortuna si trattava di un ingegnere industriale che mi ha spiegato per filo e per segno tutto il ciclo combinato delle turbine a vapore e a gas (non sto scherzando).

Come abbiamo fatto conoscenza? Molto semplice: gli ho chiesto se potevo leggere gli ingredienti dell’insalata che aveva appena comprato dalle hostess.
Sembrerebbe una subdola tecnica di abbordaggio celiaco, in realtá ero seriamente preoccupata per le provviste del ritorno. I celiaci che, come me, viaggiano per lavoro sanno benissimo che all’andata uno puó riuscire a farsi un panino senza glutine. Al ritorno invece non é detto: nei viaggi di lavoro si é sballottati da tutte le parti e non si ha tempo di nulla.
Per colpa di alcune sparute conchigliette di pasta in un’insalata altrimenti costitutita da ingredienti encomiabili, ho scoperto che quella non sarebbe stata la mia cena al ritorno.

Dopo un po’ eccoci atterrati nella Perfida Albione.
Dal taxi che mi portava in albergo osservavo la gente per strada.
Avevo già visto altre volte come si vestono le ragazze inglesi per uscire la sera. Tuttavia stavolta mi ha fatto più impressione, forse perché è inverno: frotte di ragazze vestite solo con canottiera scollatissima e minigonna, oserei dire, ascellare.
Roba che se giri così a Sassari ti chiedono subito quanto vuoi.

Arrivata in albergo a notte inoltrata, manco a dirlo, la connessione a Internet nella mia camera non funzionava. Pertanto mi sono dovuta mettere a lavorare nella hall.
Quando non ne potevo più, ho smesso di lavorare e sono andata a dormire.

Così è iniziata la mia avventura nella Perfida Albione.

(FINE PRIMA PARTE)
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3 Replies to “Nella perfida Albione”

  1. Non so se Albione è stata perfida con te, però sicuramente il tuo avvicinamento lo è stato, povera Maria Paola!!!
    Gli ingegneri sono proprio dei tipacci 😉 (me compresa!)
    Sono curiosa del seguito!

  2. Poveraaaaa!!! Attendo con ansia la II parte…
    Sarà sopravvissuta Maria Paola???

  3. Volevo rassicurarvi che sono qui e sopravvivo. Non mi abbatto cosí facilmente. 🙂
    Baci
    Maria Paola

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