L’osteria del coboldo

Carissimi,
l’altra sera, come spesso succede, era venerdì sera.
Siccome la mia coinquilina si ostina a proseguire la vacanza in Australia, i miei colleghi non sono ancora tornati ed io ancora non conosco nessun altro, mi sono detta:
“Maria Pa’, senti, stasera usciamo noi due.” E così sono uscita con me stessa.

Sono andata in un locale vicinissimo a casa mia, scovato su un forum di celiaci spagnoli. Non avevo idea di cosa offrissero: sul forum una persona aveva scritto solo che era grata all’Associazione Spagnola per l’esistenza di questo locale. Vabbé. Vamos a ver (vediamo).

Il locale si chiama “La posada del duende”, in italiano “L’osteria del coboldo” (un nome, un programma), ed è un locale molto, ma molto alla buona.
Il cameriere infatti è una via di mezzo tra The Big Lebowski e Javier Bardem in “Non è un paese per vecchi”.

Mentre ero li da sola che aspettavo la cena, mi sentivo un po’ in imbarazzo: tutti mi guardavano ed io li con le mani in mano non sapevo che fare. “Accipicchia” ho pensato “potevo almeno portarmi il libro di Patti Smith”, regalatomi per Natale da una persona molto cara.
Fortunatamente ad un certo punto è comparso in televisione José Mourinho (ex allenatore dell’Inter, ora Real Madrid). Recentemente si è preso cinque pere dal Barcellona, e adesso stava pure cadendo nella panchina delle riserve. Ma è pur sempre un Brad Pitt ed è un piacere vederlo.

Finalmente arriva la mia cena. A dir poco poderosa: in pratica la porzione di carne per tutta la settimana. Hamburger, una generosa quantità di pancetta e due uova fritte. Con contorno di patatine. Una roba da far schiattare Pantagruel. C’era anche un panino senza glutine molto cingommoso e la mia prima Estrella in terra di Spagna.
Ho mandato mentalmente a quel paese tutti i Brad Pitt del mondo e mi sono spolverata tutto sino all’ultima briciola.
Quando ho finito, si è avvicinato il mio Lebowski-Bardem tutto cerimonioso e mi ha chiesto se volevo dell’altro. Io: “No, no, basta, per favore!”.

Dopo cena sono uscita a fare un giro per digerire (ci voleva). Dovete sapere che qua a Vitoria la sera c’è una movida pazzesca: un sacco di gente per strada sino a tardi. Gente di tutte le età: da zero a novantanove anni. Alle undici di notte Piazza di Spagna era piena di bambini che giocavano scatenati. Mentre i loro coetanei tedeschi sono a dormire già da tre ore (non sto scherzando).
È stato un gran bel giro e sono tornata a casa stanca e soddisfatta.
Saluti da Gasteiz
Maria Paola

3 Replies to “L’osteria del coboldo”

  1. Marany, il coboldo è un essere misterioso… 😉
    Davvero: i coboldi sono folletti della mitologia nordica o celtica, spesso cattivelli. Hanno nomi e caratteristiche un po’ diverse a seconda dei paesi. Trovi molte informazioni se cerchi “duende” nella Wikipedia spagnola, “coboldo” o “goblin” in quella italiana.

  2. oh!… cercherò! “goblin” mi dice già qualcosa 🙂
    ciao!

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